lunedì 20 gennaio 2014

catechesi fallimentare

TUTTA COLPA NOSTRA 


Il Timone n.129 rub. Focus 





Intervistato da un periodico americano, 

il cardinale Raymond Leo Burke, prefetto del 

Supremo tribunale della Segnatura apostolica, ha detto che 

la diffusione negli Usa di idee malsane nel campo della 

“triade aborto-nozze omosessuali – contraccezione” 

è dovuta anche a colpe dei cattolici: 

«Non abbiamo adeguatamente 

combattuto perché non ci è stata insegnata la nostra fede 

cattolica, necessaria per affrontare questi gravi mali del 

nostro tempo». E ha aggiunto: «E’ un fallimento della 

catechesi dei bambini e dei giovani che si è realizzata per 

cinquant’anni». Per questa ragione, molti elettori cattolici 

«sostengono politici con posizioni immorali, perché non 

conoscono la loro fede cattolica». Parole buone anche per la 

nostra Italia. Per i suoi “cattolici adulti”



Il presidente della Conferenza episcopale polacca, che a febbraio sarà da Francesco: «Con il Papa si combatte contro i vescovi: Bergoglio buono, presuli cattivi»

MAREK LEHNERTROMA



A pochi giorni dalla vista ad Limina dei vescovi polacchi – che inizierà il primo febbraio – il presidente della Conferenza episcopale monsignor Józef Michalik dice che papa Francesco è un'arma dei nemici della Chiesa. “Con il Papa si combatte oggi in Polonia contro i vescovi: papa Francesco buono, vescovi cattivi, papa Francesco sì, vescovi e Chiesa in Polonia no”, ha esternato il capo dell'episcopato durante la messa per l'Azione cattolica della sua arcidiocesi di Przemyśl nel sud-est del Paese.

Michalik ha aggiunto che uno dei più gravi pericoli di oggi è il gender, al quale i vescovi hanno dedicato la loro recente lettera pastorale a Natale, contestata da alcuni sacerdoti che si erano
addirittura rifiutati di leggerla.

Il secondo pericolo è la stabilità del matrimonio, il terzo l'aborto. Michalik ha avvisato che le attuali difficoltà della Chiesa in Polonia sono “soltanto all'inizio” e bisogna “prepararsi alle ulteriori”.


La visita ad Limina Apostolorum dei vescovi polacchi avviene a otto anni dall'ultima, che ebbe luogo nel lontano 2005, e durerà soltanto otto giorni. I presuli non conoscono ancora la data del loro incontro con papa Francesco.



I MONACI SI INCONTRANO SENZA CONOSCERSI

CONVIVONO SENZA AMARSI

SI LASCIANO SENZA RIMPIANGERSI (Voltaire) 

Una donna, un imprevisto che spesso volte chiamiamo gioia e tanta solitudine. È questa la notizia che si legge, oltre le righe, nella storia della suora che, qualche giorno fa, ha partorito un bimbo. Doppi sensi, battutine a sesso unico, interrogativi sulle affermazioni di una ragazza troppo furba o  troppo ingenua, ma senza dubbio 3 kg che pesano come un macigno nella vita di una donna che non è stata, probabilmente, mai donna e di una comunità che non è mai stata, sicuramente, comunità. Eh sì, perché la sorpresa per un parto così “naturale” fa gridare allo scandalo o affermare quella maschilista affermazione che «in fondo il sesso lo fan tutti», ma ancora non insinua il dubbio sul valore delle comunità e lo stare insieme ed essere completamenti soli.

La suora-madre cela, purtroppo, il tacito malessere comune, la sorda testimonianza, il grido afono di confratelli uniti da un “abito” troppo largo per mostrare i profili delle persone. Quella stessa suora e la sua comunità – che continuiamo a chiamar così per consuetudine – come tante suore, come tanti frati e preti, come tanti laici impegnati nelle comunità parrocchiali, mostrano in pubblico il valore della preghiera comune, delle celebrazioni di unità, ma velano di nero, troppo spesso, le relazioni, l’amicizia e la possibilità di sentirsi ascoltati e accolti, la correzione fraterna, .... i rimproveri ..... . Nascondono l’ideale iscritto nel senso più profondo della comunità, la possibilità di poter condividere problemi e gioie e di sentire sincera compassione, reciproco e rispettoso aiuto. Lo scandalo è vivere e pregare fianco a fianco e non accorgersi dei cambiamenti dell’altro.

Il rischio, insomma, è che una suora che rivela la naturalezza fisica di essere donna, insieme all’incapacità di esserlo realmente assumendosi ogni responsabilità, sia l’ennesima occasione per trovare il capro espiatorio o le Maddalene di turno da allontanare e “lapidare”, invece di un’opportunità per interrogarsi sul FONDAMENTO, senso e il valore dello stare insieme, ripartendo dal principio della FEDE e dai fallimenti e per trasformare le nostre “caste” fraternità in Sequela sine glossa del Cristo .



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